3. NATALIA ASPESI (1998)
La vita corre tanto che neppure ci si accorge di respirare,
non si ha mai tempo di ascoltare il respiro. Pare una
cosa del tutto naturale che esiste perchè esistiamo,
e non si pensa mai invece che noi esistiamo perché
esiste il respiro.
Oppure, che strano, lo percepiamo quando sospiriamo,
quando cioè c'è una vena di malinconia,
di rimpianto, oppure di sollievo, d'amore. Quando cioè
respirare entra in contatto con i sentimenti e le emozioni
e diventa allora un moto dell'anima, una parte di noi
più profonda che finalmente ascoltiamo.
Guai però se ci si dice, adesso voglio fare
un bel respiro, sentirmi i polmoni che si allargano,
trasformare il respiro in una sensazione fisica. Perchè,
quando si vuole che il respiro esista, quasi non si
respira più, si ferma a metà, diventa
una fatica, uno sforzo.
Tante volte mi capita di dirmi, non riesco a respirare,
semplicemente perchè ho provato ad ascoltare
il respiro, a non considerarlo una parte meccanica di
me. Respirare poi, non è così ovvio: è
la meraviglia che ci tiene in vita e credo che davvero
bisognerebbe dedicargli attenzione, premure, affetto.
Esercitarsi a respirare per percepirsi di più,
del tutto.
NATALIA ASPESI
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